In seguito alle pressioni del regime fascista, si è costretti a chiudere l’Oratorio al Quadraro. Don Desiderio va ad operare nella nascente parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice, dove dirige per parecchi anni l’Oratorio “Pio XI” e, successivamente, l’Oratorio di S. Giuseppe all’Arco di Travertino.

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Foto di gruppo con Arnaldo Canepa

Canepa, intanto, continua a presenziare le riunioni dei terziari di via Veneto dove viene eletto presidente dell’associazione il 18 ottobre 1931. In seguito, il parroco del quadraro lo invita a riaprire l’Oratorio. Il numero dei ragazzi aumenta progressivamente e lo spazio non è più sufficiente. Bisogna cercare un altro luogo dove poter celebrare la Messa e fare il catechismo, le attività e i giochi. Delle bambine del quartiere si occupano le suore della Congregazione di Namur; i maschietti invece sono in strada, privi di assistenza. In vicolo degli Angeli (oggi via degli Angeli), vi è una stalla con annesso un orto. Arnaldo chiede al proprietario la stalla per poterla adibire a cappella. Questi acconsente e mette a disposizione lo scantinato e la stalla. Dopo averla ripulita e sistemata, Canepa ne fa una succursale della parrocchia di S. Maria del Buon Consiglio. È lì che nasce il secondo Oratorio del quadraro. La cappella e l’Oratorio vengono intitolati a san Giuseppe. Gli spazi non bastano mai e Arnaldo, in sintonia con il parroco, finanzia la costruzione di un salone coperto vicino alla casa parrocchiale adibendolo a sala conferenze e dotandolo di un palco per le rappresentazioni teatrali. Nel cortile antistante l’edificio si tengono le adunanze dei ragazzi all’aperto e i giochi.

In poco tempo si radunano centinaia di bambini, che vengono tolti letteralmente dalla strada. Canepa riunisce i bambini nel teatro, li istruisce con l’aiuto di una macchina per la proiezione di immagini raccontando loro le storie dei santi dei quali è profondo conoscitore. Tutto il materiale viene da lui finanziato. Dopo la lezione di catechismo fa giocare i piccoli e, alla fine di ogni gara, regala come premio una piccola scaglia di liquirizia. Durante il periodo natalizio organizza delle tombolate e compie la visita dei presepi nelle case del quartiere: l’intento è avvicinare le famiglie lontane dalla Chiesa. D’estate, inoltre, porta i ragazzi in gita fuori porta.

Si accorge, però, dell’incostanza di molti ragazzi a partecipare alla S. Messa rispetto alla frequenza in Oratorio. Prevede quindi, in accordo con il Parroco, alle ore nove una S. Messa domenicale dedicata esclusivamente ai ragazzi e, per agevolarne la partecipazione, fa distribuire prima dell’inizio “biglietti - punto” sulla base dei quali consegna dei premi e, al termine della Messa, offre brioche ai ragazzi e la colazione ai catechisti.

Canepa ama coltivare devozioni nei bambini più disposti. Nomina alcuni ragazzetti “zelatori dell’Apostolato della preghiera” incaricandoli di distribuire i foglietti dell’apostolato ogni mese. Poi nella veste di “crociatini” fanno la riunione di sabato, leggono le intenzioni di preghiera e, nel fine settimana, consegnano le pagelline in cui sono segnati tutti i fioretti, le rinunce, le comunioni e le Messe.

L’attività oratoriana avviene soprattutto il martedì e il giovedì. Il sabato Canepa non rinuncia a recarsi con la “San Vincenzo” a far visita ai poveri del quartiere. La domenica invece c’è sempre. Canepa ha bisogno di collaboratori e l’ausilio dei confratelli terziari si rivela inizialmente fondamentale ma via via inizia a coinvolgere anche gli stessi giovani della parrocchia.

All’apostolato attivo Canepa accompagna un intenso rapporto con il Signore: si leva alle quattro del mattino per pregare; alle sei e mezza serve già la prima Messa come ministrante. Durante il percorso per andare in Oratorio recita uno o più rosari.

Arnaldo, di origini svizzere, inizia ad avere noie dal regime fascista. Dai carabinieri del Quadraro subisce anche un interrogatorio. vogliono capire se l’attività da lui svolta sia in contrasto con l’istituzione dell’Opera Nazionale Balilla. 

 

 

 

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