4 primi oratori Stalla Via dei Quintilib
Arnaldo con i ragazzi in via dei Quintilli

Nel 1926 Canepa, insieme ad alcuni confratelli del Terzo Ordine Francescano di via Veneto e giovani della Conferenza di San Vincenzo di Santa Maria degli Angeli, cominciarono a frequentare il periferico e disagiato quartiere romano del quadraro, sorto dopo la prima guerra mondiale. Canepa vi si reca tutti i sabati per assistere le famiglie indigenti. Qui apre un dormitorio per i senzatetto.

È in questo periodo che un gruppo di giovani terziari, guidati dal sacerdote belga don Desiderio Nobels, sentendo il desiderio di fare apostolato tra i bambini, pronuncia una solenne promessa a Maria Vergine (promessa che ancora oggi i soci del Cor professano ogni anno) e decidono di consacrare al Signore tutte le domeniche al servizio dei ragazzi di quella abbandonata periferia romana. Cominciano a prendere contatti con i parroci di Santa Maria del Buon Consiglio al quadraro e della parrocchia di Ss. Marcellino e Pietro ai Due Lauri sulla Casilina che nel vicino quartiere di Centocelle aveva adibito un capannone per il catechismo (dove oggi sorge la chiesa di S. Felice da Cantalice). A Santa Maria del Buon Consiglio i giovani costituiscono un circolo e danno vita a un Oratorio.

Proprio al quadraro avviene l’incontro tra Don Nobels e Canepa. Canepa prende a visitare l’Oratorio tutte le settimane e, specialmente ogni domenica, fa per due volte la spola fra la parrocchia del quadraro e il rudimentale capannone di centocelle. Impiega a tale scopo tutto il tempo che il lavoro gli lascia libero dal momento che continua ad occuparsi della gestione del ristorante, dei rifornimenti e delle tenute agricole. Arnaldo si rende conto che quell’apostolato è il più urgente di tutti, e, come dirà in seguito, a tale opera “dobbiamo tutti noi stessi”. Sta scoprendo la vocazione di catechista.

Presenzia al raduno settimanale e alla preghiera di compieta dei giovani catechisti, apportando il contributo dell’esperienza e aiutando finanzariamente la nascente realtà. Il rapporto tra Arnaldo e il giovane don Desiderio si fa più stretto e fruttuoso. Al ritorno, la domenica sera o alle volte durante la settimana, i due collaboratori si ritrovano a cena al ristorante “Canepa” discutendo dei problemi dell’Oratorio, scambiandosi opinioni a riguardo, confidandosi le reciproche delusioni e riponendo le proprie speranze nel Signore. 

 

 

 

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