
Rispetto al centinaio di parrocchie che all’epoca ci sono a Roma, gli Oratori del C.O.R. sono ormai cinquantacinque. In essi operano cinquecentosessanta catechisti per diciottomila ragazzi. Sono realtà vive e in fermento sulla Casilina, Prenestina, Tiburtina, Aurelia, Appia, Ostiense, Flaminia e Salaria. Con i suoi collaboratori Canepa si spinge anche fuori Diocesi a Torlupara, Monterotondo, Poggio Mirteto e in Sabina.
Il 31 dicembre del 1955 ha luogo l’udienza pontificia dei catechisti del C.O.R. con Pio XII in occasione del decimo anniversario di fondazione del C.O.R. Canepa, solo dopo ripetute insistenze, si è comprato un vestito nuovo. E’ una festa e il Papa ha parole di elogio e di incoraggiamento verso l’opera e i catechisti.
“Voi avete inoltre potuto persuadervi” - dirà il Papa in quell’occasione – “che al fine di assicurare all’opera vostra frutti seri e durevoli, è necessario di compierla il più perfettamente possibile”. Canepa ha ben presente l’importanza della formazione spirituale e pastorale dei catechisti. Fin dai primi anni di vita del C.O.R. cura la formazione dei giovanissimi ed elabora un “Corso per allievi-catechisti” la cui prima parte è prettamente vocazionale essendo dedicata ai “novissimi” e piena di utili consigli quali l’importanza di accostarsi con frequenza alla S. Comunione e l’affidamento alla Madonna.
Canepa inizia anche a pensare a un’opera catechistica missionaria che coinvolga sacerdoti e laici per garantire la continuità nel tempo della missione del C.O.R. Ma ormai è stanco e diventa meno attivo finanche nell’attività oratoriana. Nonostante alcuni dissidi interni all’opera è sempre comprensivo con tutti.
Ormai avanti nell’età chiede ospitalità come pensionante alla Clinica di Santa Maria della Fiducia al quartiere Appio-Latino. Gli viene data una piccola stanza di solito riservata ai malati e priva dei servizi. Su un piccolo comò c’è l’immagine di Maria dietro alla quale c’è una foto della madre. A lungo si raccoglie in preghiera quasi in estasi in cappella. Alcune suore lo vedono inginocchiato sempre allo stesso banco a guardare intensamente il Tabernacolo con la corona del Rosario che gli pende dalla mano per raccomandare a Maria i suoi Oratori. Parla col Signore, a voce alta, specie quando crede di essere solo. Accompagna alle parole anche la gestualità. Continua a servire la S. Messa tutti i giorni, anche due volte al giorno.